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Allarme: l’intelligenza artificiale minaccia la libertà religiosa?

Un forum internazionale esplora le implicazioni etiche e legali dell'IA sulla libertà di fede, evidenziando il rischio di discriminazioni algoritmiche e la necessità di un discernimento etico condiviso.
  • L'IA impatta i diritti confessionali e la consulenza giuridico-religiosa.
  • Il Digital Services Act e l'AI Act contrastano gli effetti discriminatori degli algoritmi.
  • Introdotto un "diritto alla spiegazione" delle decisioni automatizzate.
  • L'IA potrebbe svantaggiare le convinzioni religiose se apprende da reti "piene di pregiudizi".
  • Proposto un "sinodo interreligioso dell'intelligenza" per affrontare questioni etiche.

Diritti, etica e innovazione”. La conferenza, che ha beneficiato della presenza di personalità di spicco come Antonio Tajani, Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha riunito esponenti di varie tradizioni spirituali, accademici ed esperti per esaminare le intricate implicazioni etiche, legali e sociali dell’intelligenza artificiale in relazione alla libertà di fede e di coscienza.

La cerimonia di apertura è stata avviata dal benvenuto di Monsignor Marco Malizia, Consigliere ecclesiastico e cappellano del MAECI, seguito dalle presentazioni di Padre Antonio Spadaro, Sottosegretario del Dicastero Vaticano per la Cultura e l’Educazione; Imam Nader Akkad, Consigliere affari religiosi presso il Centro Islamico Culturale d’Italia – Grande Moschea di Roma; Svamini Shuddhananda Ghiri, Vice presidente dell’Unione Induisti Italiani; e Filippo Scianna, Presidente dell’Unione Buddhista Italiana (connesso in remoto). Il contributo di studi e ricerca è stato garantito dagli interventi di Beatrice Serra, professoressa ordinaria di Diritto Canonico ed Ecclesiastico all’Università La Sapienza di Roma, e di Debora Tonelli, delegata della Georgetown University a Roma e ricercatrice presso il Centro per le Scienze Religiose della Fondazione Bruno Kessler di Trento. Ulteriori riflessioni sono state offerte da Marta Petrosillo, alla guida del Rapporto sulla libertà religiosa di Aiuto alla Chiesa che Soffre, e Fabio Bolzetta, professore a contratto presso l’Università LUMSA e presidente dell’Associazione WebCattolici Italiani. A moderare il confronto è stato Davide Dionisi, Inviato speciale del Ministro degli Esteri per la promozione della libertà religiosa e la protezione delle minoranze religiose a livello globale.

La discussione ha evidenziato come la libertà religiosa nell’era digitale funga da cartina di tornasole per il futuro dei diritti umani. Il Forum, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, costituisce un segnale significativo verso la costruzione di una prospettiva comune e di un piano d’azione concreto.

Le sfide etiche e giuridiche dell’IA per la libertà religiosa

L’influenza dei sistemi di intelligenza artificiale sul fenomeno religioso è tutt’altro che trascurabile. Oltre a impattare i diritti confessionali stessi e i sistemi tradizionali di consulenza giuridico-religiosa, l’uso sempre più esteso delle tecnologie algoritmiche solleva nuove esigenze per la salvaguardia del diritto alla libertà religiosa, minacciato dalla proliferazione di forme inedite di discriminazione generate dagli algoritmi.

Oltre alla protezione offerta dal diritto antidiscriminatorio di matrice euro-unitaria, il presente studio esamina l’impatto degli strumenti normativi introdotti dal Digital Services Act e dall’AI Act per contrastare i potenziali effetti distorsivi e discriminatori derivanti dai sistemi algoritmici. L’adesione ai principi etici di responsabilità e supervisione umana, alla cui formulazione hanno attivamente contribuito anche le comunità religiose, ha portato, di conseguenza, all’introduzione normativa di un “diritto alla spiegazione” delle decisioni automatizzate. Questo diritto, insieme agli obblighi di trasparenza, agisce come un’importante difesa contro il rischio che l’identità religiosa di un individuo, e in particolare di un lavoratore, possa divenire un elemento di grave fragilità, anche nell’era dell’intelligenza artificiale.

Il messaggio di Papa Leone XIV, recapitato tramite telegramma firmato dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, ha evidenziato l’importanza di assicurare che l’intelligenza artificiale non comprometta l’individualità e la dignità dell’essere umano e le sue libertà fondamentali. Il Sommo Pontefice ha espresso il desiderio che l’incontro stimoli una riflessione approfondita per sostenere e rafforzare l’impegno delle istituzioni a ogni livello, al fine di garantire una reale libertà religiosa e favorire un’interazione rispettosa e costruttiva tra le diverse comunità di fede.

Padre Antonio Spadaro <a class="crl" target="_blank" rel="nofollow" href="https://www.osservatoreromano.va/it/news/2025-11/quo-273/l-intelligenza-artificiale-non-intacchi-la-dignita-umana.html”>ha puntualizzato che “l’IA è ‘la vera forza trasformativa dei nostri tempi’ perché ‘trasforma e ridisegna il senso dell’esperienza umana’”. Sotto questa ottica, non deve più essere considerata solamente uno strumento da utilizzare, ma piuttosto un ambiente di vita: una tecnologia in grado di imparare, guidare e comunicare, all’interno del quale trovano spazio anche le domande più profonde della coscienza, incluse quelle di natura religiosa.

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  • 💡 L'IA può davvero minacciare la libertà religiosa?......
  • 🤔 Forse stiamo sopravvalutando l'IA e sottovalutando......
  • 😮 L'IA: non solo strumento, ma ambiente di vita?... ...

Le prospettive delle diverse fedi e la necessità di un discernimento etico

L’imam Nader Akkad ha messo in luce il pericolo che l’IA, apprendendo da una rete “piena di pregiudizi”, possa finire per svantaggiare le convinzioni religiose. Ha enfatizzato l’esigenza di assicurare la salvaguardia delle identità digitali degli utenti e ha proposto un approccio “algoretico” che ristabilisca la centralità dell’essere umano nell’osservazione, affidandosi a una coscienza dotata di misericordia.

Svamini Shuddhananda Ghiri ha sollevato l’interrogativo se un algoritmo possa sostituire la figura incarnata del maestro, riconoscendo il rischio dell’isolamento, in particolare per i più giovani, che potrebbero perdere la relazione diretta e la capacità di guardarsi negli occhi. Ha ribadito l’importanza di salvaguardare “la parola, la vibrazione della parola, la creatività della parola” come guide per assicurare “quel discernimento” che è il fondamento dell’induismo.

Maria Angela Falà ha osservato che “il cammino religioso non è veloce” e che “alle domande non si trova facilmente risposta”. Ha sottolineato l’importanza dell’apporto etico e ha richiamato il termine buddhista “appamada”, con cui si richiamano vigilanza e coscienziosità: un invito a rimanere desti.

Verso un “Sinodo interreligioso dell’intelligenza”: un futuro di collaborazione e responsabilità

La proposta di Padre Spadaro di istituire un vero e proprio “sinodo interreligioso dell’intelligenza” è stata calorosamente accolta da tutti i presenti. Questo percorso condiviso mira ad affrontare non solo le questioni di fede, ma anche i grandi interrogativi del nostro tempo: quale sia la natura dell’umano, del dolore, della sapienza. E come assicurare che un’intelligenza artificiale, già integrata nelle pratiche religiose, rispetti la dignità intrinseca della persona. La visione della società che desideriamo edificare trae origine, in larga misura, da queste riflessioni, a condizione che vengano affrontate coralmente.

Un’Intelligenza Umana al Servizio del Bene Comune: Riflessioni Conclusive

L’intelligenza artificiale, con il suo potenziale trasformativo, ci pone di fronte a sfide inedite, ma anche a straordinarie opportunità. Per navigare in questo nuovo scenario, è fondamentale comprendere le differenze tra l’intelligenza artificiale e l’intelligenza umana.

Un concetto base dell’intelligenza artificiale è l’apprendimento automatico, una tecnica che permette ai sistemi di IA di migliorare le proprie prestazioni attraverso l’esperienza, senza essere esplicitamente programmati. Questo processo, sebbene potente, differisce radicalmente dal modo in cui gli esseri umani apprendono, integrando emozioni, intuizioni e un senso morale.

Un concetto più avanzato è l’IA generativa, che consente alle macchine di creare contenuti originali, come testi, immagini e musica. Questa capacità solleva interrogativi profondi sul ruolo della creatività umana e sulla necessità di garantire che l’IA sia utilizzata in modo responsabile e etico.

La tradizione cristiana ci ricorda che l’intelligenza umana è un dono di Dio, destinato a essere utilizzato per il bene comune e per la cura del creato. Come esseri umani, siamo chiamati a coltivare la nostra capacità di discernimento, a interrogarci sulle implicazioni delle nostre azioni e a promuovere un dialogo aperto e costruttivo tra le diverse fedi e le diverse discipline. Solo così potremo garantire che l’intelligenza artificiale sia uno strumento al servizio dell’umanità, e non una minaccia alla nostra dignità e alla nostra libertà.

La sfida che ci attende è quella di integrare l’intelligenza artificiale nella nostra società in modo armonioso, preservando i valori fondamentali che ci definiscono come esseri umani: la libertà, la giustizia, la solidarietà e l’amore.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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