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- OpenAI valutata circa 500 miliardi di dollari, risorsa strategica nazionale.
- ChatGPT ha 700 milioni di utenti settimanali.
- Accordi per oltre 1.000 miliardi di dollari per supportare ChatGPT.
- Richiesta di potenza di calcolo: 33 GW in accordi recenti.
- Microsoft ha investito 14 miliardi di dollari in OpenAI.
OpenAI, l’entità che ha rivoluzionato il settore dell’intelligenza artificiale con ChatGPT, si trova immersa in una complessa rete di accordi e dipendenze finanziarie. Nata nel 2015 con l’ambizioso fine di realizzare un’intelligenza artificiale generale (AGI) a vantaggio della società, la sua rapida evoluzione ha generato importanti quesiti riguardo alla sua titolarità, controllo e stabilità economica. L’azienda, valutata approssimativamente 500 miliardi di dollari, è diventata una risorsa strategica nazionale, attirando ingenti capitali e stringendo partnership con i protagonisti del mondo tecnologico.
La Struttura Societaria e le Alleanze Strategiche
OpenAI adotta una struttura a due livelli: una società madre senza scopo di lucro (OpenAI Inc.) e una sua consociata orientata al profitto, OpenAI Global LLC. Il controllo, almeno formalmente, appartiene alla fondazione non-profit, che detiene il potere di designare il consiglio di amministrazione e definire gli obiettivi della missione aziendale. Tuttavia, la situazione finanziaria è più articolata. Microsoft possiede circa il 28% delle azioni; la componente no-profit il 27%; i dipendenti il 25%; e la restante quota è distribuita tra diversi fondi di investimento e venture capitalist internazionali. Nonostante sia il principale finanziatore, Microsoft non esercita un controllo decisionale diretto su OpenAI.
Per supportare la crescita esponenziale di ChatGPT, che vanta 700 milioni di utenti settimanali, OpenAI ha concluso accordi per oltre 1.000 miliardi di dollari. Questi contratti comprendono l’acquisizione di 23 GW di potenza (equivalenti a 20 centrali nucleari) e collaborazioni con aziende come Nvidia, AMD, Oracle e SoftBank. Il patto siglato con AMD, ad esempio, prevede l’acquisto di processori per 6 GW, con l’opzione di acquisire fino al 10% delle azioni della società a condizioni favorevoli. L’intesa con Nvidia comporta un investimento diretto che può arrivare fino a 100 miliardi di dollari.

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Il Finanziamento Circolare e i Rischi Finanziari
Nonostante le stime di introiti compresi tra i 12 e i 20 miliardi di dollari per il 2025, OpenAI continua a mostrare perdite considerevoli e ad accumulare debiti. L’azienda ha già totalizzato 4 miliardi di dollari attraverso prestiti bancari e 47 miliardi da investitori di capitale di rischio, e prevede di emettere ulteriori obbligazioni per decine di miliardi. Questo sistema di finanziamento ha generato preoccupazioni tra gli analisti, che temono che lo sviluppo del settore sia sostenuto più da flussi di capitale che da un’effettiva domanda di mercato.
Il “finanziamento circolare” rappresenta un elemento fondamentale di questa dinamica. Per esempio, OpenAI si avvale dei servizi cloud di Oracle, mentre Oracle dipende da Nvidia per le GPU indispensabili per potenziare la sua infrastruttura. Nvidia, a sua volta, investe in OpenAI. Questo schema crea una rete interdipendente in cui il successo di ciascuna impresa è legato al successo delle altre. Tuttavia, se la progressione di OpenAI dovesse rallentare, l’intera struttura potrebbe essere messa a repentaglio.
La Corsa all’Infrastruttura AI e il Nodo Geopolitico
La richiesta di potenza di calcolo per l’intelligenza artificiale sta crescendo rapidamente. OpenAI ha reso pubblici impegni per circa 33 GW in accordi con Nvidia, Oracle, AMD e Broadcom soltanto nelle ultime tre settimane. Ciò ha innescato una competizione globale per l’ampliamento dell’infrastruttura AI, con investimenti massicci in chip, data center e cloud.
La gestione delle GPU e delle risorse energetiche imprescindibili per alimentare i centri dati è divenuta una questione di valenza geopolitica. L’amministrazione statunitense ha promosso Stargate, un’iniziativa infrastrutturale da 500 miliardi di dollari che supporta anche lo sviluppo di OpenAI.
Il Futuro di OpenAI: Tra Ambizioni e Sostenibilità
OpenAI non ha intenzione di arrestarsi e persevera nel puntare in alto, con l’obiettivo di guidare la rivoluzione tecnologica. Tuttavia, la sua aspirazione a “possedere tutto” solleva dubbi sulla sua capacità di gestire una crescita così rapida e complessa. L’azienda ha ordinato semiconduttori da 26 gigawatt, pari ad almeno 10 milioni di unità, il che implica investimenti di centinaia di miliardi di dollari.
Per sostenere economicamente questa espansione, OpenAI fa leva su una serie di accordi e partnership. Negli ultimi cinque anni, Microsoft ha stanziato 14 miliardi di dollari a investimenti e continuerà a offrire il suo sostegno all’azienda. Altre collaborazioni includono accordi con Broadcom per lo sviluppo di chip, con CoreWeave per l’utilizzo di data center e con AMD per lo sviluppo di infrastrutture di elaborazione. OpenAI è anche parte di Stargate, il mega progetto digitale di Donald Trump da 500 miliardi di dollari.
OpenAI: Un Ecosistema Interdipendente
In definitiva, OpenAI non è più “di proprietà” di un singolo soggetto, bensì di tutti coloro che hanno creduto nel suo successo. La sua capacità di ripresa dipende da una complessa rete di partner industriali, fondi di investimento, governi e infrastrutture strategiche. Il suo percorso futuro sarà determinato dalla sua abilità nel gestire la crescita, preservare la stabilità finanziaria e affrontare le sfide geopolitiche che si presenteranno.
Riflessioni sull’Intelligenza Artificiale e il Futuro
Amici lettori, immergiamoci un attimo nel cuore pulsante dell’intelligenza artificiale, un campo in cui concetti come il _machine learning_ e le _reti neurali_ sono all’ordine del giorno. Il machine learning, in parole semplici, è la capacità di un sistema di apprendere dai dati senza essere esplicitamente programmato. Le reti neurali, ispirate al funzionamento del cervello umano, sono modelli computazionali che permettono alle macchine di riconoscere pattern complessi e prendere decisioni.
Ma spingiamoci oltre. Avete mai sentito parlare di _transfer learning_? È una tecnica avanzata che permette a un modello di intelligenza artificiale addestrato per un compito specifico di applicare le sue conoscenze a un compito diverso ma correlato. Immaginate un modello addestrato a riconoscere le auto che, grazie al transfer learning, impara a riconoscere anche i camion con un minimo sforzo aggiuntivo.
La storia di OpenAI ci invita a riflettere su un tema cruciale: il controllo e la proprietà dell’intelligenza artificiale. Chi dovrebbe beneficiare dei progressi tecnologici? Come possiamo garantire che l’intelligenza artificiale sia utilizzata per il bene comune e non per interessi particolari? Queste sono domande che richiedono un dibattito aperto e inclusivo, in cui tutti, dai tecnici agli umanisti, dai politici ai cittadini, possano dare il loro contributo. Solo così potremo costruire un futuro in cui l’intelligenza artificiale sia uno strumento al servizio dell’umanità.
L’accordo con Nvidia contempla un investimento diretto che si eleva fino a svariati miliardi di dollari.
L’ente ha già stipulato un ammontare complessivo di miliardi di dollari tramite finanziamenti bancari, affiancati da miliardi provenienti da investitori di capitale di rischio, e prevede di immettere sul mercato ulteriori obbligazioni per importi consistenti.








