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- Il 18 marzo 2025 nasce il foglio ai, testata interamente prodotta dall'ia.
- L'ai act impone trasparenza, ma non definisce la supervisione umana.
- Il ddl 1146/2024 protegge il diritto d'autore solo per l'ingegno umano.
L’Intelligenza Artificiale Generativa Rivoluziona il Giornalismo: Un’Analisi Approfondita tra Opportunità e Rischi Legali
Il 18 marzo 2025 ha segnato un punto di svolta senza precedenti nel panorama dell’informazione: IL FOGLIO AI, una pubblicazione interamente prodotta attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale generativa. Questa iniziativa, presentata come un’assoluta novità a livello mondiale, ha visto l’IA assumere un ruolo di primaria importanza in ogni fase del processo editoriale, dalla composizione degli articoli alla scelta dei titoli, fino alla redazione di riassunti e introduzioni. In questo scenario, il ruolo dei giornalisti si è ridotto alla formulazione delle domande, lasciando che l’IA si occupasse della creazione dei contenuti.
La testata ha voluto enfatizzare la natura provocatoria dell’iniziativa, ideata per promuovere una riflessione critica sul ruolo dell’IA all’interno della società, concentrandosi in particolare sui potenziali pericoli. Questo progetto editoriale solleva importanti interrogativi legali relativi alla regolamentazione dell’IA, ai diritti di proprietà intellettuale, al diritto d’autore e alla protezione dei dati personali, sia a livello nazionale che internazionale.

Rischi e Responsabilità: Navigare le Zone Grigie del Giornalismo Automatizzato
Il quadro normativo di riferimento è composto dall’AI Act (Reg. UE 2024/1689), dalla Direttiva Copyright (UE 2019/790), dalla Legge sul Diritto d’Autore (Legge n. 633/1941), dalla Legge sulla Stampa (Legge n. 47/1948), dal GDPR (Reg. UE 2016/679) e dal Codice Privacy (Dlgs. n. 196/2003), unitamente al DDL 1146/2024, ratificato dal Senato il 20 marzo 2025. Sebbene questi provvedimenti legislativi mirino a salvaguardare i diritti fondamentali da prospettive differenti, condividono lo scopo di proteggere la dignità umana, la libertà, la riservatezza, la non discriminazione e la sicurezza nell’era dell’IA.
Nello specifico, il regolamento europeo sull’IA, l’AI Act, classifica come ad alto rischio i sistemi di intelligenza artificiale che svolgono funzioni di sicurezza in prodotti, oppure che sono essi stessi prodotti, e che pertanto sono soggetti a direttive europee armonizzate e a valutazioni di conformità da parte di soggetti terzi. Anche se i modelli di IA utilizzati per la creazione di contenuti editoriali non sono formalmente considerati a rischio sistemico, essi possono avere un notevole impatto sull’opinione pubblica e sulla stabilità democratica, attraverso la diffusione di notizie distorte o inesatte.
Il regolamento impone ai produttori l’obbligo di prevenire e notificare incidenti rilevanti causati dal modello, ma non regolamenta la responsabilità in caso di violazione dei diritti fondamentali. In assenza di nuove linee guida normative sulla responsabilità dell’IA, la legislazione italiana vigente in materia di stampa non contempla la figura del “giornalista virtuale”, comportando notevoli rischi legali per la testata automatizzata e rendendo indispensabile un controllo umano sistematico.
Trasparenza e Affidabilità: Pilastri del Giornalismo nell’Era dell’IA
L’articolo 50 dell’AI Act stabilisce che i soggetti che impiegano sistemi IA per generare o manipolare testi destinati alla pubblicazione a fini informativi devono indicare chiaramente che il testo è stato prodotto artificialmente, a meno che non sia stato rivisto da un essere umano che si assume la responsabilità finale della pubblicazione. Tuttavia, la norma non specifica in modo univoco il tipo di supervisione e controllo umano richiesti, né il grado di manipolazione che fa decadere l’obbligo di trasparenza.
La Corte di Cassazione civile ha definito il giornalismo investigativo come la massima espressione dell’attività di informazione, caratterizzata dall’acquisizione autonoma e proattiva della notizia da parte del professionista. Questa definizione si discosta dall’operato dell’IA, che agisce in modo passivo, elaborando informazioni preesistenti e generando contenuti derivati, privi di novità investigativa, capacità di giudizio morale e valutazioni deontologiche indipendenti.
Di conseguenza, per assicurare la credibilità del giornalismo, i criteri di verifica da parte dell’uomo, il controllo della redazione e l’attribuzione della responsabilità ultima per la pubblicazione assumono un’importanza cruciale, rendendo necessario adottare standard chiari e linee guida precise per salvaguardare l’integrità dei contenuti informativi.
Diritto d’Autore e IA: Un Equilibrio Delicato tra Creatività Umana e Artificiale
Un ulteriore aspetto giuridico di rilievo riguarda la tutela del diritto d’autore e la regolamentazione dei contenuti utilizzati per l’addestramento dei modelli IA. L’articolo 43bis della LDA conferisce agli editori il diritto esclusivo di sfruttamento economico degli articoli giornalistici pubblicati, estendendo tale principio all’addestramento di modelli di IA generativa su materiale editoriale esistente.
La complessità del rapporto tra IA generativa e diritto d’autore è accentuata dalle disposizioni degli articoli 70ter e 70quater della LDA, relativi al Text Data Mining (TDM), la tecnica che consente l’analisi automatizzata di opere digitali per ricavare informazioni utili all’addestramento del modello. Queste norme ammettono la liceità del TDM, ma la gestione concreta delle riserve (opt-out) non è definita in modo sufficientemente preciso, generando il rischio di una violazione sistematica del diritto d’autore.
Il DDL 1146/2024, approvato dal Senato il 20 marzo 2025, introduce modifiche alla LDA, garantendo la protezione autorale esclusivamente alle “opere dell’ingegno umano” ed estendendo la tutela alle opere create con strumenti di IA solo nella misura in cui esse rappresentino un risultato del lavoro intellettuale umano. Tuttavia, le definizioni normative non stabiliscono la misura effettiva del controllo o del contributo umano creativo, né offrono un criterio orientativo di valutazione, rendendo necessario individuare parametri giuridicamente validi per distinguere il contributo umano significativo da quello prevalentemente artificiale.
Verso un Futuro dell’Informazione Sostenibile: La Necessità di un Quadro Normativo Chiaro e Dinamico
L’attuale panorama normativo europeo e nazionale presenta ancora lacune e ambiguità, richiedendo un bilanciamento tra progresso tecnologico, protezione dei diritti fondamentali e sostenibilità giuridica. L’AI Act impone obblighi di trasparenza, ma non definisce gli standard di supervisione umana. La regolamentazione del Text Data Mining rimane incompleta, generando il rischio di violazioni del diritto d’autore. La definizione di creatività umana rispetto a quella artificiale, che determina la protezione autorale delle opere prodotte con IA, rimane in gran parte indefinita.
La formulazione generica delle norme in materia di IA determina una crescente dipendenza del diritto dalle decisioni giudiziarie, un approccio casistico che non si concilia con la rapidità dell’evoluzione tecnologica. È fondamentale assicurare un quadro normativo chiaro e dinamico, capace di adattarsi ai progressi dell’IA e di tutelare i diritti fondamentali nell’era dell’informazione automatizzata.
L’Essenza della Creatività Umana: Un Valore Inestimabile nell’Era dell’Intelligenza Artificiale
L’intelligenza artificiale, con la sua abilità di generare contenuti rapidamente e in modo efficiente, ci pone dinanzi a interrogativi cruciali sulla natura della creatività e sul ruolo dell’individuo nel processo creativo. In questo scenario, è importante ricordare un concetto fondamentale dell’IA: l’apprendimento automatico, o machine learning. Questa procedura permette ai sistemi di assimilare dati, perfezionando così le proprie prestazioni nel tempo. Nonostante ciò, l’IA, per quanto avanzata, non è in grado di riprodurre l’intuito, le emozioni e l’esperienza umana, elementi imprescindibili per la creazione di opere autenticamente originali e significative.
Un concetto più sofisticato, l’apprendimento trasferito o transfer learning, consente a un modello di IA istruito su un determinato compito di impiegare le proprie competenze in un’attività differente ma affine. Anche in questa circostanza, tuttavia, l’intervento umano resta cruciale per adattare il modello al nuovo contesto e assicurare che il risultato sia in linea con le aspettative.
La sfida che ci si prospetta è quella di raggiungere un equilibrio tra l’uso dell’IA come strumento di supporto alla creatività umana e la salvaguardia del valore unico e inestimabile dell’ingegno umano. Dobbiamo interrogarci su cosa significhi essere creativi nell’era dell’IA e su come possiamo tutelare i diritti di autori e artisti in un mondo in cui i confini tra creatività umana e artificiale si fanno sempre più labili.
* dove la direttiva copyright dell’unione europea, la legge sul diritto d’autore e la legge numero
- AI Act (Reg. UE 2024/1689): quadro normativo sull'intelligenza artificiale in Europa.
- Testo completo del Regolamento UE 2024/1689 (AI Act) in italiano.
- Scheda del disegno di legge sull'intelligenza artificiale discusso in Senato.
- Testo completo della Direttiva Copyright UE 2019/790, cruciale per il diritto d'autore.