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Ia a Milano: quando l’errore diventa virale

Scopri come un'immagine generata dall'ia per un'offerta di lavoro del coni a milano ha scatenato una polemica sui social media e cosa possiamo imparare dagli errori comunicativi.
  • Il CONI offriva 12 posizioni a tempo indeterminato.
  • L'immagine incriminata è stata diffusa il 25 maggio 2023.
  • Il machine learning si alimenta grazie a enormi moli informative.

Milano vive un’accesa polemica mediatica scaturita dall’uso inadeguato di un’immagine prodotta mediante intelligenza artificiale, inserita all’interno della promozione di un’opportunità lavorativa del CONI riguardante 12 posizioni a tempo indeterminato. Il messaggio è stato diffuso il 25 maggio 2023 attraverso la pagina Facebook dell’assessorato alle Politiche del Lavoro e ha rapidamente catturato l’attenzione degli utenti, sebbene non nel modo auspicabile.

L’incidente comunicativo

La figura analizzata era stata generata attraverso un programma basato sull’intelligenza artificiale e si caratterizzava per volti deformati e sembianze inquietanti. Tali caratteristiche hanno immediatamente suscitato reazioni critiche e sarcastiche tra gli utenti sui social network. Le osservazioni più frequenti si sono concentrate sulla qualità insoddisfacente dell’immagine stessa; numerosi commentatori l’hanno paragonata a locandine dal tono horror o a caricature zombesche. In tal senso, l’affidamento all’intelligenza artificiale per produrre contenuti visivi ha dimostrato essere una scelta discutibile: essa ha messo in evidenza le limitate capacità della tecnologia nell’imitare in modo realistico l’aspetto umano.

Cosa ne pensi?
  • 🤖 L'IA ha fallito, ma l'idea era buona... ...
  • 😱 Immagine orribile, chi ha approvato questa cosa?... ...
  • 🤔 Forse è una critica velata al mondo del lavoro... ...

La reazione dei social media

Immediata e senza pietà si è manifestata la reazione degli utenti sui social media. Attraverso commenti carichi di sarcasmo e creatività memetica, gli internauti non hanno esitato a prendere in giro la decisione dell’Amministrazione Comunale milanese che ha optato per un’immagine decisamente trascurata al fine di promuovere una proposta lavorativa. Numerosi osservatori hanno messo in evidenza come l’ente avrebbe potuto raggiungere risultati superiori se avesse ingaggiato esperti nel campo visivo – siano essi grafici, illustratori oppure designer – oppure se avesse collaborato con le accademie locali specializzate nel design. Tra i vari interventi, qualcuno ha persino divertito il pubblico mettendo in relazione i protagonisti dell’immagine con figure iconiche appartenenti a film horror o serie TV caratterizzate da scenari apocalittici; al contempo, altri partecipanti alla discussione non si sono fatti scrupolo ad annotare l’assenza evidente di un rigoroso controllo qualità da parte delle autorità comunali prima della diffusione dell’annuncio online.

La rimozione del post e le conseguenze

In risposta alla tempesta di contestazioni ricevuta, l’amministrazione comunale milanese ha optato per la cancellazione del controverso post dalla sua piattaforma Facebook. Nonostante ciò, il danno era già compiuto: l’immagine incriminata continuava a diffondersi come uno screenshot attraverso i vari social network, incrementando così le critiche già esistenti. Questo episodio non solo ha acceso una luce sulle implicazioni dell’impiego dell’intelligenza artificiale all’interno della sfera comunicativa delle istituzioni pubbliche, ma anche sulla necessità impellente di adottare modalità più informate e responsabili in questo contesto tecnologico. Ulteriormente inquietante è emersa la riflessione riguardante le attuali strategie comunicative del Comune stesso: queste ultime hanno palesemente evidenziato una carenza nella cura dei dettagli, oltre a una certa indifferenza verso gli aspetti estetici della selezione dei contenuti visivi presentati al pubblico.

Riflessioni sull’Intelligenza Artificiale e il Futuro del Lavoro

L’accaduto al Comune di Milano invita a una profonda riflessione riguardo all’influenza che l’intelligenza artificiale esercita nel settore lavorativo contemporaneo, evidenziando così l’urgenza per una strategia equilibrata e informata nell’integrare questa innovativa tecnologia. Se da un lato l’IA si presenta come un potente alleato grazie alla sua capacità di ottimizzare processi attraverso l’automazione—facilitando quindi lo svolgimento rapido ed efficiente di attività ripetitive nonché la gestione massiva dei dati—dall’altro emerge con chiarezza la necessità di indagare i suoi limiti intrinseci: essa fatica infatti ad emulare le dimensioni creative e a percepire le sottili variazioni emotive tipiche degli esseri umani. È dunque cruciale evidenziare quanto sia indispensabile il contributo umano—fatto da esperienza professionale e vigilanza diretta—nella supervisione dei sistemi automatizzati. Sebbene l’intelligenza artificiale possa rivelarsi uno strumento formidabile in determinate circostanze, resta imprescindibile il ruolo irrinunciabile del pensiero critico insieme all’apprezzamento estetico propri dell’essere umano.

Un concetto chiave legato all’intelligenza artificiale da menzionare in questa occasione è certamente quello relativo al machine learning. L’intelligenza artificiale (IA), in particolare attraverso i modelli generativi, si alimenta grazie a enormi moli informative al fine di produrre nuove rappresentazioni visive. Quando però i dati impiegati nella fase formativa risultano carenti o alterati, ciò può portare a risultati finali non solo insoddisfacenti ma talvolta anche controversi; un esempio emblematico è fornito dall’immagine relativa al Comune di Milano.

Fra le metodologie più sofisticate vi è il concetto denominato adversarial training. Tale approccio prevede la cooperazione competitiva fra due sistemi d’IA: uno dedicato alla creazione delle immagini mentre l’altro si occupa della rilevazione delle anomalie presenti nei prodotti generati. Questo ciclo continuo permette un affinamento qualitativo delle immagini create dallo stesso sistema IA, contribuendo così a minimizzare errori e irregolarità.

Il caso milanese rappresenta dunque uno spunto significativo per indagare le trasformazioni professionali nell’epoca attuale caratterizzata dall’influenza crescente dell’intelligenza artificiale. Se alcune mansioni potranno venire sostituite dalla tecnologia automatica, altre invece richiederanno abilità sempre più affinate e una profonda interattività tra esseri umani e macchine intelligenti. Il compito sarà quindi quello di individuare un giusto bilanciamento tra efficienza tecnica e valorizzazione dei talenti umani; così facendo si potrà assicurarsi che questa forma d’intelligenza artificiale agisca quale ausilio all’essere umano piuttosto che rappresentarne una minaccia futura.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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