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Ia nella musica: opportunità o minaccia per i musicisti?

Scopri come l'intelligenza artificiale sta trasformando il mondo della musica e quali sono le implicazioni per il diritto d'autore, il valore artistico e la sostenibilità economica dei professionisti.
  • L'Associazione Compositori Musica per Film (Acmf), con oltre 100 iscritti, ha vietato l'uso di IA generativa per la composizione di colonne sonore, tutelando così il diritto d'autore.
  • Gli esperti stimano che i musicisti potrebbero perdere fino al 30% dei diritti d'autore nel settore della “musica funzionale” a causa della crescente diffusione di musica generata dall'IA.
  • Dave Lombardo, ex batterista di SLAYER, afferma che l'esperienza di un concerto dal vivo, con la sua energia e interazione umana, è insostituibile e che l'IA non potrà sostituirla.

Ecco l’articolo:

L’irruzione dell’intelligenza artificiale (IA) nel mondo della musica sta generando un acceso dibattito tra artisti, compositori e addetti ai lavori. Da un lato, si aprono nuove frontiere creative e opportunità di democratizzazione dell’accesso alla produzione musicale. Dall’altro, emergono preoccupazioni concrete riguardo alla tutela del diritto d’autore, alla salvaguardia del valore artistico e alla sostenibilità economica per i professionisti del settore.

L’IA come strumento: opportunità e rischi

L’IA offre indubbi vantaggi, come la possibilità di generare musica in tempi rapidissimi e di fornire strumenti di supporto alla composizione. Chiunque può registrare e pubblicare musica, abbattendo le barriere all’ingresso per aspiranti musicisti. Tuttavia, l’ex batterista di SLAYER, Dave Lombardo, sottolinea come l’esperienza di un concerto dal vivo, con la sua energia e interazione umana, sia insostituibile. *“L’A. I. non può sostituirla”, afferma con decisione.

Pierre Alexandre Tremblay, docente presso il Conservatorio della Svizzera italiana, riconosce che l’IA può eccellere nella creazione di musica di sottofondo, ma dubita della sua capacità di “creare una comunità” come fanno gli artisti. Caterina Moruzzi, ricercatrice all’Università di Edimburgo, esprime preoccupazione per la rapidità con cui si stanno sviluppando queste tecnologie.

La reazione del mondo della composizione

L’Associazione Compositori Musica per Film (Acmf), fondata nel 2017 con la presidenza onoraria di Ennio Morricone, ha preso una posizione netta. Nel suo nuovo statuto, ha inserito una clausola che vieta l’uso di IA generativa per la composizione di colonne sonore. Questa decisione, approvata a stragrande maggioranza, mira a tutelare il diritto d’autore e il valore creativo dei compositori. L’Acmf, che conta più di 100 iscritti e soci onorari del calibro di Hans Zimmer e Roger Waters, è la prima associazione di spettacolo a intraprendere una simile iniziativa.

La clausola prevede la perdita della qualifica di socio per chi utilizzi direttamente o indirettamente strumenti di IA per comporre o si presti come “prestanome” per opere generate da algoritmi. Inoltre, richiede un elenco chiaro e verificabile degli artisti coinvolti nella realizzazione dell’opera, al fine di evitare il riconoscimento di diritti connessi a software di composizione assistita.

Impatto economico e diritti d’autore

Gli esperti stimano che i musicisti potrebbero perdere fino al 30% dei diritti d’autore nel settore della “musica funzionale”, a causa della crescente diffusione di musica generata dall’IA. Stefano Keller, responsabile della SUISA a Lugano, segnala come già oggi l’IA stia sostituendo gli artisti nella creazione di musica di sottofondo e per emittenti radiofoniche, con un’offerta di musica priva di diritto d’autore.

Questo scenario solleva interrogativi cruciali sulla sostenibilità economica per i musicisti e sulla necessità di definire un quadro normativo che tuteli il diritto d’autore nell’era dell’IA.

Verso un futuro musicale ibrido: convivenza o competizione?

La sfida principale consiste nel trovare un equilibrio tra le potenzialità dell’IA e la salvaguardia del valore artistico e professionale dei musicisti. L’IA può essere uno strumento utile per ampliare le possibilità creative, ma non deve sostituire l’elemento umano, l’emozione e l’esperienza che rendono unica la musica.

Le parole di Dave Lombardo risuonano come un monito: la musica dal vivo è un’esperienza irripetibile che l’IA non potrà mai replicare*. La speranza è che il futuro della musica sia un futuro ibrido, in cui l’IA e gli artisti possano convivere e collaborare, arricchendo reciprocamente il panorama musicale.

Intelligenza Artificiale e Musica: Un’Armonia Possibile?

In questo scenario in rapida evoluzione, è fondamentale comprendere i meccanismi che regolano l’intelligenza artificiale. Un concetto base è l’apprendimento automatico (Machine Learning), che permette all’IA di migliorare le proprie prestazioni attraverso l’analisi di grandi quantità di dati. Nel contesto musicale, questo significa che l’IA può imparare a comporre musica imitando gli stili di diversi artisti o generi.

Un concetto più avanzato è quello delle reti neurali generative (GAN), che consentono all’IA di creare musica originale, non semplicemente imitando ciò che ha già imparato. Le GAN sono composte da due reti neurali: una che genera la musica e l’altra che la valuta, in un processo continuo di miglioramento.

La domanda che sorge spontanea è: fino a che punto possiamo considerare “arte” ciò che viene creato da una macchina? E come possiamo garantire che i musicisti siano adeguatamente compensati per il loro lavoro, in un mondo in cui la musica può essere generata a costo quasi zero? La risposta a queste domande non è semplice e richiederà un dibattito aperto e costruttivo tra tutti gli attori coinvolti.

Amici lettori, la musica è un linguaggio universale che tocca le corde più profonde dell’anima. L’intelligenza artificiale può essere uno strumento potente, ma non deve mai oscurare la creatività e l’emozione che rendono la musica un’esperienza unica e irripetibile. Riflettiamo insieme su come possiamo preservare il valore dell’arte, in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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